La Critica
Giancarlo Angeleri
"E' una pittura che nasce dal cuore, un omaggio ai colori e ai sogni della mia terra".
Massimiliano Alfarano, giovane artista di Tricase, non ha dubbi quando parla delle sue opere che, concepite
pensando a quel piccolo nucleo abitato del leccese, travalicano i confini angusti ma amati della terra natia,
per riproporsi nella loro esplosione cromatica in altri angoli italiani.
Dal 1986 Alfarano si è trasferito nel varesotto e qui ha continuato a coltivare quella passione nata in
terza media e sviluppatasi, tecnicamente, negli anni fecondi del Liceo Artistico. Grafica, scultura in
legno ma essenzialmente pittura (e solo ad olio ed acquerello): Massimiliano dimostra di avere le idee
ben chiare e soprattutto di conoscere a fondo le tematiche ispiratrici della sua arte.
Nelle sue tele trovano spazio infatti paesaggi o nature morte, che l'artista ritiene indispensabili e
equilibrare la grande vitalità di cieli, case, campagne. L'alfa e l'omega insomma. I colori, dicevamo,
sono accesi e non potrebbero essere altrimenti, il tratto forte e insieme ammaliatore, la riuscita finale
è di quelle che inebriano e appagano; mai dai cieli fu colta quella splendida luce che illumina e rende
nobili gesti umili di contadini o rischiara e riscalda casolari arroccati tra alberi nodosi. Mai il mare
del sud visse momenti di superba bellezza, inquadrato, quasi scandagliato alla ricerca del senso della
vita e, in ultima analisi, della bellezza.
Alfarano ci è riuscito, ci riesce e ci riuscirà. Né siamo convinti perché la pittura è dentro di lui,
l'amore per la verità, senza ingannare il fruitore della sua opera con arzigogolati messaggi, è la
molla ispiratrice di tutto il suo lavoro. E anche nelle nature morte, nei volti pensosi di qualche umano
o divino personaggio che si affacciano sulle tele, identico e il porsi dell'artista: sentimenti genuini,
da non nascondere, bisogno di confrontarsi con altri onesti, alla perenne ricerca della verità. Dopo un
periodo di approccio con altri artisti al mondo dell'esposizione, ora Massimiliano è pronto per reggere
da solo il non certo facile compito di intrattenere e far riflettere i visitatori della sua mostra.
Ma siamo certi che nessuno, se saprà svestire la corazza dell'uomo che deve a tutti i costi difendersi
dagli altri calandosi invece nei panni del galantuomo, come la pittura di Massimiliano Alfarano richiede,
se ne andrà deluso.
Andrea Nania
Dalla pittura, all'esordio di un gentile e sereno neoimpressionismo, improntato
ad effetti di luce mediterranea e ad un istintivo e sobrio disegno. Massimiliano
Alfarano è ultimamente approdato a un modo narrativo che ha diversi e vari agganci
al surreale e fantastico...
La sua ricerca è indirizzata in primo luogo ad esprimere attraverso suggestive
invenzioni cromatiche e formali interiorizzate visioni composite. Sono rappresentazioni di
natura morta e di paesaggio, impostate in atmosfere di pura immaginazione; che in certo
qual modo, possono anche far pensare, a indicazioni strutturali del cubismo. E che in
definitiva realizzano una originale raffigurazione visionaria, estrosamente "sfaccettata" e dinamica.
Ma anche in questo nuovo ambito creativo, il più vero senso dell'arte del giovane autore
pugliese rimane in effetti legato alla memoria poetica degli ambenti del Sud; a quella tipica
(di cose e di luoghi) felicemente inondata comunque di luce di mare...
Alfarano ha imboccato una sua possibile strada maestra. E già non mancano apprezzabili presupposti
perché possa agevolmente percorrerla con esiti molto positivi.
S.Perdicaro
La vibrazione emozionale, sempre intensamente protagonista nella percezione di Massimiliano Alfarano,
sia che osservi la realtà circostante o ripercorra gli itinerari della memoria, si riversa con alterata
frequenza ritmica nella sua pittura, dando un originale impianto alla composizione ed alle
variazioni cromatiche della immagine.
L'esito stilistico non sovrasta mai, il fulcro narrativo di quest'arte sinceramente ispirata,
che nella singolarità del suo linguaggio include sentimenti e valori d'universale respiro.
L'artista analizza i contenuti con profonda capacità d'introspezione, palesando le innumerevoli
sfaccettature delle sue riflessioni in immagini, che ne esprimono il senso e la varietà mediante
un'elaborata ricomposizione di elementi grafici e cromatici, in suggestive armonie.
Il volto della natura, la quotidianità degli oggetti e degli ambienti, i ricordi della terra natia
emergono con intensità nella pittura di Alfarano, ma senza retoriche inflessioni, perchè vitalizzate da
un'espressività continuamente rigenerata da una fresca creatività.
Claudia Sebastio
La fotografia come arte propone allo sguardo una immagine fissa che l'occhio può esplorare
e decodificare a piacere, questa è la libertà che Alfarano Massimiliano lascia al suo pubblico. Prende il suo
corpo lo fotografa e utilizza le informazioni che
questo fornisce per elaborare una realtà altra. Intervistando
l'artista egli mi spiegava che la sperimentazione era partita da
un suo disagio psicologico: il rifiuto per la parte grassa del
suo corpo, e questo a mio avviso giustificherebbe anche il
titolo dell'opera "mostruosità".
Egli sfigura le apparenze esteriori per creare un campo di
libera immaginazione che nel contempo crea infinite suggestioni, basti pensare che alcuni hanno visto il
viso di un cagnolino e altri un orco mostruoso, assoluta libertà di decodificazione. Il corpo diventa
il supporto per immaginare. E' come se l'artista scoprisse un nuovo punto di vista, parte di un frammento di se stesso e crea un nuovo pensiero,
che prenderà diverse forme a secondo dell'occhio che la osserva.